Friday, December 28, 2007

Tenera è la notte

Immagine di Tenera è la notte


Fitzgerald è uno di quegli scrittori che o si amano dalla prima riga, oppure credo che non ci sia speranza.
La sua è una descrizione degli anni venti, i suoi anni, un po' come lui li ha vissuti, un po' come forse nessuno si è avvicinato a viverli.
Veniamo portati avanti negli anni '20 del secolo passato ormai, il '900.
Racconta piccoli attimi di piccoli giorni per tornare indietro a spiegarci perchè Dick Diver, il nostro protagonista, fa quelle cose e vive quei giorni.
Poi Fitzgerdal ci porta più avanti del presente, per altri momenti tanto piccolissimi quanto fondamentali per narrare la sua storia, per farci capire i suoi personaggi.

Devo dire che pur trovandolo molto bello non è Il Grande Gatsby; quel libro mi aveva appassionata in un modo che non è così facile per un libro. Certo, ho letto molti libri che mi son piaciuti, ma appassionarsi alla storia quello è difficile, essere tristi perchè il libro è finito, perchè non avremo più un minuto con quei personaggi che ormai ci sembravano così reali...è molto raro e quando succede certo siamo tristi, ma avremo sicuramente passato delle ore bellissime in loro compagnia.

Wednesday, December 26, 2007

The Holiday



A Natale in fondo ci vuole qualche film scontato, divertente, per tutti, come si usa scrivere sul retro dei dvd.
E in fondo ci sta anche un film così; ci sono belle case da invidiare, una colonna sonora ascoltabile e un finale che già sai andrà bene.
Allora dopo i pranzi, le cene e prima della tisana salva-vita, un film per tutta la famiglia si vede quasi volentieri.
Certo, il problema poi è che non vedi l'ora di rifarti con qualche pellicola che forse giusto la zia appassionata di un certo tipo di film vedrebbe.
E io che mi ero fatta tutta una fantastica lista di film da rivedere, che mi immaginavo tutto il giorno e la sera piazzata perennemente sul divano a vedere film uno dietro l'altro. Invece sono a quota uno e nemmeno facente parte della mia lista.
Che tristezza, che infinita tristezza. Poi fuori è grigio e il 26 dicembre è sempre il più triste dei giorni: il 24 è frenetico, gli ultimi pensieri, gli ultimi preparativi, tutto da cucinare, sistemare, ordinare; il 25 è il pranzo, più o meno gigante, chiacchiere di circostanza con i parente che eviti di vedere per tutto l'anno, l'apertura dei regali, un attimo di riposo e poi la cena e poi non ne puoi più. Ma il 26...sei troppo pieno dai pasti precedenti per mangiare, non c'è più nulla da scartare, fa troppo freddo per qualche passeggiata...allora forse è questa la giornata adatta per la serie infinita di film, allora è oggi che potrò spendere davanti al televisore come un bambino moderno, allora se è oggi quel fantastico giorno...devo scegliere che film vedere, devo recuperare la lista fatta giorni fa...devo sbrigarmi

Wednesday, December 19, 2007

La Dea dell'Amore




Ieri sera ho rivisto La Dea dell'Amore.
Io ho una vera passione per Woody Allen e son arrivata a questo film in ritardo. E' uscito nel '95 e l'ho visto per la prima volta solo qualche mese fa. non è facilissimo come uno potrebbe pensare recuperare tutte le pellicole di Woddy.
Ieri come dicevo l'ho rivisto e l'idea del coro greco è davvero fantastica.
Sì perchè a inizio, fine e in alcuni momenti ha inserito un coro tipo tragedia greca, che poi per le battute che fa, sembra più richiamare la commedia antica. C'è anche il corifeo che si inserisce a interagire con il personaggio ogni tanto.
Forse è piaciuto così tanto perchè si combinano assieme due grandi passioni: Woody Allen e teatro classico. Son convinta però che se qualcuno è appassionato del suddetto regista questa pellicola non dovrebbe mancare. Non lo metto tra i suoi più riusciti e se qualcuno si avvicina a lui non gli direi di inziare da quello, mom non lo lascerei nemmeno tanto verso il fondo della lista.

Monday, December 17, 2007

Paranoid Park




Paranoid Park è un posto dove tutto può iniziare e finire.
Paranoid Park è il luogo dove inizia e continua l'adolescenza
Paranoid Park è il punto in cui si perde l'infanzia di Alex.
Seguiamo avanti e indietro nel tempo la vicenda di Alex; Gus Van Sant ci porta nel mondo di un ragazzino che ha una vita come tanti, ma che, come spesso accade, in un momento, per un banale gesto involontario, si trova catapultato in una situazione estrema, in una situazione di menzogna, di paura e di angoscia.
Lui, come tutto il resto delle persone accanto, non si cura del mondo. Solo una ragazza prova a immettere qualche riflessione e domanda sul tavolo delle loro chiacchere, ma risultano essere solo un primo strato, solo un accenno mal posto ai problemi dell'America e anche dei giovani.
Alla fine del film non sappaimo cosa succederà ad Alex, ma questo non importa in fondo; nessuno sembra voler vedere cosa accadrà. E' solo la descrizione di un momento, di un errore di cui si ha paura,ma di cui si ha ancora più paura di parlare. Allora non si confessa, si prova ad aggirare il problema, a superare le ansie che ci attanagliano.
E il film finisce così, un po' come era iniziato, in mezzo alla storia di Alex.
Van Sant sembra voler introdurre lo spettatore a qualcosa di altro, fa vedere una piccola parte, fa intravedere che c'è ben altro dietro quel piccolo mondo da lui descritto, appena accennato. Allora inserisce riprese in super8, così, per dare un altro assaggio, ma ancora non basta per comprendere quell'universo appieno. Ma forse non c'è bisogno di capirlo, forse può bastare anche solo esserne a conoscenza, forse è una delle tante cose che dobbiamo apprendere e tenere in serbo per altri momenti, per future riflessioni, per prossime storie.

bianco elogio e riflessioni tematicamente affini

Fuori nevica di nuovo. Aveva iniziato questa mattina, poi continuava tra raffiche leggere di vento e momenti dove tutto sembrava sospeso. Poi aveva smesso e mi aveva reso un po' triste. Volevo solo fosse ora di andare a lezione per camminare ancora tra i fiocchi di neve.
Ora, però, ha ricominciato di nuovo.
Questa neve non si sta nemmeno fermano sui tetti e questo la fa assomigliare ancora di più al cotone.
Tornando verso casa ho camminato un po' sotto i portici e la neve si infalava anche li, perchè è meno disciplinata della pioggia e se ne va dove vuole lei. Si infila tra gli archi aperti, segue una via piccola e battuta da un forte vento freddo.
Tutto con la neve sembra calmarsi. Anche a una settimana dal Natale il traffico sembra far meno rumore. E' sempre divertente vedere il paradosso che si crea in questo periodo dell'anno: il Natale(dimenticato ormai da tempo il senso religioso) significa regali alle persone a cui si tiene e fare questi regali vuol dire pensare alla persona e capire cosa potrebbe piacergli ricevere. Personalmente, non avendo da anni la foga dei regali non devo correre per negozzi fino al 24 alle sei di sera. Se vedo qualcosa che mi fa pensare a una persona la prendo e fine, non ho nessun obbligo ad alitarmi sul collo.
Comunque dicevo, i regali dovrebbero essere una cosa bella, piacevole da fare, invece vedo solo più gente che si picchia nei negozi per avere l'ultimo pacchetto, gli automilisti in coda dalle 8 di sabato mattina fino alle 8 di domenica sera. Sono arrabbiati, nervosi e non ne possono già più il primo di dicembre.
Poi c'è la cena del 24, il poranzo del 25, la cena del 25, il pranzo del 26 e si arriva davvero stressati.
Come dire...da vaghi ricordi infantili, questo non dovrebbe essere il periodo più bello da passare con famigliari e amici?

Wednesday, November 14, 2007

Radiohead - Talk Show Host




perchè sono i radiohead
perchè è una canzone bellissima
perchè sostengo sempre che quel film è bello

Monday, November 05, 2007

Roots & crowns


Ci sono dei momenti in cui nemmeno l'impegno più grande e importante riesce a distrati dai tuoi pensieri. Di quelli che sorridi in automatico e te ne rendi conto se qualcuno entra nella stanza per chiederti qualcosa o se si possiedono svariati specchi in cui poter ritrovare quel sorriso.
La sola idea di studiare non mi sta proprio sfiorando, ora.
Certo, il libro è aperto, la matita temperata e l'evidenziatore pronto all'uso, ma se si osserva bene si vedrà anche un numero di Rockit aperto, le cuffie collegate al mac, il suddetto acceso e ben funzionante.
Insomma, qui si mettono a posto le foto di un concerto, chi ha tempo per certe frivolezze come lo studio...anche perchè guardare il lavoro fatto quasi per caso, ripensare alla serata, riascoltare quella musica permette di vagare con la mente e di sorridere.

Due suggerimenti: ascolatare Roots & Crowns dei Califone e vedersi Fino all'ultimo repsiro di Jean-Luc Godard. Sanno di autunno entrambi, in modi diversi ma simili...almeno per me.

Sunday, October 28, 2007

Jeanette Winterson, Il Custode del Faro

Queste sono altre perle da questo libro appena finito.
Da leggere se qualcuno si volesse inoltrare nella sua lettura.

Immagine di Il custode del faro

Questa non è una storia d'amore ma l'amore ne è parte. O meglio, l'amore preme ai suoi confini, in cerca di un modo per entrarvi.
Siamo qui, siamo là, non siamo qui là, turbiniamo come particelle di polvere, rivendicando per noi stessi i diritti dell'universo. Siamo importanti, non siamo niente, intrappolati in vite di nostra produzione che non abbiamo mai desiderato. Fuggiamo, tentiamo di nuovo, domandandoci perché il passato ci segua e se sia possibile parlare del passato.

E' vero che le parole si perdono e che le cose importanti spesso non vengono dette. le cose importanti si apprendono dai gesti, dai volti, non dalle nostre lingue inceppate. le verità sono troppo piccole o troppo grandi, o comunque non si adattano allo stampo che chiamiamo linguaggio.

Un tempo ero un'inguaribile romantica. Lo sono tuttora. Un tempo credevo che l'amore fosse il valore più grande. Lo credo tuttora. Non mi aspetto di essere felice. Non credo che troverò l'amore, qualunque cosa voglia dire, o che, se lo troverò, mi renderà felice. Non penso che l'amore sia una risposta o una soluzione. penso che l'amore sia una risposta o una soluzione. penso che l'amore sia una forza della natura, possente come il sole, necessaria, impersonale, immensa, impossibile, una forza che brucia e scalda, che inaridisce e che dà la vita. Quando si spegne, il pianeta muore.
La mia piccola orbita di vita gira attorno all'amore. Non oso avvicinarmi di più. N on sono un mistico che cerca la comunione estrema. Non esco di casa senza il fattore di protezione 15: io mi proteggo.
M a oggi, mentre il sole risplende ovunque, e tutto ciò che è solido non è altro che ombra, so che le cose importanti nella vita, quelle che ricordo, che rigiro tra le mani, non sono le case, i conti in banca, i premi e le promozioni. Quello di cui serbo memoria è l'amore, tutto l'amore, l'amore per questa strada sterrata, per quest'alba, per un giorno passato in riva al fiume, per la sconosciuta incontrata in un caffè. L'amore per me stessa, anche, ed è la forma più difficile d'amore, perché l'amore e l'egoismo non vanno d'accordo. E' facile essere egoisti. E' difficile amarmi per come sono. Ecco perché mi sorprende che tu mi ami.
ma è l'amore a vincere. Su questa strada infuocata, recintata dal filo spinato per non far allontanare le capre, ho trovato per un attimo quel che son venuta a cercare, e dunque lo riperderò subito un'altra volta.
Mi son sentita integra.

Son timida con gli estranei, dopo tutti quegli anni vissuti in solitudine con Pew. la nostra sola visitatrice era Miss Pinch e lei era non per nulla rappresentativa della razza umana.
Così adesso, quando incontro una persona nuova, faccio l'unica cosa che so fare:
Racconto una storia.

Ti tenevo per mano mentre lui parlava. E' così poca la vita che ci tocca in sorte ed è affidata al caso. C'incontriamo, non c'incontriamo, svoltiamo nel punto sbagliato e riusciamo comunque a trovarci. Scegliamo consapevolmente la "strada giusta" e non arriviamo da nessuna parte.

Tu sei la porta scavata nella roccia che si spalanca quando la luna la illumina. Tu sei la porta in cima alle scale che ci appare solo nei sogni. Tu sei la porta che finalmente libera il prigioniero. Tu sei la porticina scolpita nella Cappella del sacro Graal. Tu sei la porta sul ciglio del mondo. Tu sei la porta che si apre in un mare di stelle.
Aprimi.Spalancami.Socchiudimi. Attraversami, e qualunque cosa ci sia al di là, potrà solo essere raggiunta così. Da te. Ora. In questo attimo isolato nel tempo che dischiude tutta una vita.

Ti chiamerò e accenderemo un fuoco, berremo del vino e ci ritroveremo, tu e io, in un luogo che ci appartiene. Non aspettare. Raccontala subito, la tua storia.
La vita è così breve. Questa distesa di mare e sabbia, questa passeggiata sulla riva, prima che la marea ricopra tutto quello che abbiamo fatto.
Io ti amo.
Le tre parole più difficili del mondo.
Ma che altro posso dire?

Friday, October 26, 2007

ricordati che devi morire/ricordati che devi vivere

Quale situazione migliore per scrivere se non questa: litri di pioggia nella città, un primo freddo avventato ma ormai accettato, un thè caldo a scaldare i pensieri e un buon libro da raccontare?
E allora ecco, incomincio.
Son ormai due o tre giorni che un cielo grigio si stende sopra Torino; è sempre così, quando inizia non smette più.
Dalla mia finestra vedo malapena il profilo della collina di Superga e solo perchè so che è li che la intravedo.
Intendiamoci, io adoro questo tempo, ma si dovrebbero fare delle cose o avere compagnia, invece mi ritrovo in casa a dover studiare e tutta sola...questo non aiuta il buon umore e i buoni propositi per essere una persona meno
nervosa
ansiosa
preoccupata
triste
paranoica
eccetera...
Però uno ci prova e si mette a fare cose che potrebbero soddisfare quel vuoto che si crea attorno a giornate come questa.
Allora ecco il ragionamento: se non succede niente di che dovrei parlare? Di nulla come al solito? Magari anche no; allora pechè non riportare semplicemente delle belle parole che ho letto su di un libro?
Purtroppo la mia solita lettura è interrotta da altre cose, tipo libri per lo studio...però appena riesco qualcosa per me lo devo sempre leggere, fosse anche una pagina la notte prima di chiudere gli occhi sul giorno passato.
Così...

"Raccontami una storia, Pew.
che storia, piccola?
una a lieto fine.
non ne troverai una in tutto il mondo.
nessun lieto fine, dunque?
nessuna fine."

"Pew, perchè mia madre non ha sposato mio padre?
Perchè non ne ha avuto il tempo: nel giro di un attimo lui se ne era già andato.
Perchè Babel Dark non ha sposato Molly?
Perchè dubitava di lei. non si deve mai dubitare della persona che si ama.
Ma potrebbe non dire la verità.
Non importa. basta che gliela dica tu.
Cosa intendi dire?
Tu non puoi giurare sulla sincerità di un altro, piccola, ma puoi giurare sulla tua.
Allora cosa dovrei dire?
Quando?
Quando sono innamorata?
Lo devi dire."

"tienimi con te le diceva. Era quasi una preghiera anche se lui, come molti di noi, pregava per veder realizzato il suo desiderio ma poi lasciava che la sua vita prendesse un'altra direzione."

"Raccontami una storia, Pew.
Che storia, piccola?
Una che ricomincia sempre da capo.
Quella è la storia della vita.
Vuoi dire che è anche la storia della mia vita?
Solo se tu la racconti."

Jeanette Winterson
il Custode del Faro

Wednesday, August 29, 2007

Mi perdoni, quando qualcuno è colpito da una pistola sanguina

Ieri sera son andata a vedere Il Bacio che Aspettavo, il nuovo film con Adam Brody. Mi aspettavo un filmetto di lega bassina, invece era proprio carino.
Sì vabè c'è Meg Ryan che fa diventare tutto più commedia rosa, ma povera non è colpa sua, è che ha fatto solo quel genere di film.
A parte questo, è carino, romantico senza scadere nello sdolcinato e sopratutto non è un film romanticoso per adolescenti.
Non aspettatevi chissà quale filmone ma in conclusione vale la pena di andarselo a vedere.
Anche solo per le due risate che ti fa fare e per la fine che lascia una speranza.

Parlando di altri temi: La Ragazza dello Sputnik di H. Murakami toglie il fiato, non smetterò di ripeterlo. Se l'autore già vi piace allora è da leggere.
non ci sono molte parole per descriverlo: è sempre Murakami, con la sua scrittura, con i suoi elementi da cultura orientale, tutto.

Tuesday, July 17, 2007

first day of my life



da dove iniziare...direi dall'inizio.
ieri è stata una giornata surreale e come ogni volta ero in compagnia di pauj: l'amica del surreale direi ormai.
la suddetta amica pauj ieri ha comprato il mac: per chi conosce il personaggio è facile capire come mai già questo elemento così semplice sia già di per se surreale e per chi non la conosce...si fidi e basta.
si mangia una sottospecie di cena alle 18.30 e poi via a prendere i due autobus che ci separano dal concerto di bright eyes.
riusciamo a non perderci e ad arrivare sane e salve.
ovviamente siamo li ore prima e possiamo vivere ben due momenti surreali.
primo: arriviamo al bancone per abbeverarci e aspettando la magnifica bottiglietta d'acqua mi guardo in giro; bene, lo sguardo mi casca su un manifestino: è su un gruppo di flickr(torino does it better) che fa una mostra in questi giorni li allo spazio 211. fin li nulla di strano, se non fosse che tra i nomi c'è anche il mio! io avevo partecipato ad una loro mostra qualche mese fa, ma di questa non sapevo nulla...è stato bellissimo ritrovare li alcune mie foto.
dopo qualche momento di stupore e presentazioni all'omino del gruppo che stava appiccicando le etichette con i nomi torniamo alla nostra panchina.
dopo poco si avvicina un ragazzo che noi abbiamo simpaticamente chiamato"rachele ti stupro".
questo nomignolo gli deriva dal concerto dei baustelle tenuto a torino quasi due anni fa in cui, per tutto il tempo, lui urlava la frase diventata il suo nome di riconoscimento "rachele ti stupro".
ovviamente non lo conosciamo di persona, ma a forza di vedere sempre le stesse facce ai concerti si finisce per dare dei sopranomi per riconoscerli...e perchè è divertente.
comunque
si avvicina e tira fuori una delle frasi più da discoteca anni '90 che si possa pensare:"siete libere?".
no dico...ma un ciao, una minima finta di classe, insomma non puoi andare da due ragazze e pensare che ti basti un "siete libere" per rimorchiare.
e comunque no, non siamo libere, ben ti sta...poi non hai nemmeno capito la battuta di pauj per cui addio.
durante tutto questo veniamo a consocenza di un fatto: il passaggio che ci doveva riportare a casa ha perso le chiavi della macchina...questa no, insomma uffi così non va.
ma non ci perdiamo d'animo e infatti poco prima dell'inizio del concerto troviamo la soluzione.
bisogna introdurre il fatto che da tre anni a questa parte, nei live estivi sono diventata la spacciatrice ufficiale di autan! ieri due ragazze sconosciute mi chiedono il rimedio al succhiamento di sangue delle zanzare arrabbiatissime e così in cambio chiedo un passaggio...come da copione sono a piedi anche loro, ma almeno ci smezzeremo il taxi assieme.
infatti alla fine arriviamo a metà strada e noi scendiamo per farci la passeggiata notturna in cui il surreale ancora non è finito: sul tragitto pauj incrocia un compagno di corso, che stava giusto sperando di trovare qualche anima pia che gli cambiasse dei soldi per prendere delle bevande in questo posto misterioso: è un corridoietto in cui ci sono macchienette che ti danno qualsiasi cosa tu desideri!
dopo questa sento che un gelato lo devo avere così arriviamo a casa con stupore e un gelato.

ora la cosa più importante: bright eyes è stato magnifico. si è presentato di bianco vestito, con i capelli lunghi e l'aria da predicatore. anche tutti i musicisti erano di bianco vestiti e sul palco c'era fiori finti dentro cassoni bianchi.
sembrava un incrocio tra sanremo e la predica di un santone americano.
il live però meritava proprio: ha fatto tutte le mie preferite

Tuesday, June 05, 2007

un po' personale

ti ricordi quando non potevamo fare a meno di sentirci al telefono?
ti ricordi quando passavamo tutto il giorno in attesa di quei momenti?
ti ricordi come era bello sentire quel "ciao" dall'altra parte che ti faceva sentire meno solo?
ti ricordi che non c'era mai stato uno sguardo eppure era come se ci fossimo appena salutati?
ti ricordi?
io non sempre
delle volte perdo questi momenti, li lascio nel passato
quando ci ritorno però sono così intensi
ed è bello

ora abbiamo ancora la necessità di sentirci, ma siamo cambiati
ci siamo visti
e parlarsi guardandosi negli occhi sminuisce il parlarsi e basta
ma non si dovrebbe
una voce è sempre una voce, la tua voce è sempre la tua,
quella rassicurante, quella da consigli, quella felice, quella che fa venire i brividi, quella che mi ha fatta innamorare.
allora dovrei ricordarmi che le nostre telefonate non sostituiscono i nostri sguardi,
quelli ci sono, sono magnifici e sono li per noi,
ma anche la tua voce è li per essere amata e una risata per telefono è come un bacio sotto la pioggia per me.

allora ricordati che la mia voce è qui
allora ricordati che gli abbracci ci saranno, ma che non esistono solo quelli
le persone hanno passioni, lavori, amore
le persone vivono di più cose se davvero sanno vivere

ti ricordi quando sono scesa dal treno?
ti ricordi la prima canzone?
ti ricordi che sono ancora quella ragazza?
ti ricordi che siamo felici?

Saturday, June 02, 2007

e ti vengo a cercare

è da un anno che ho questa stanza nuova.
è passata di mano in mano.
ad ogni passaggio ha avuto cambiamenti.
prima di me è stata dei miei genitori
prima di loro è stata per anni di mia zia
prima di essere sua era ancora dei miei genitori e di me neonata
prima di noi era abitata da mia mamma e mia zia
prima di loro il nulla
perchè questa casa non c'era, l'ha costruita mio nonno.
è da un anno che ho questa stanza e ancora non la sentivo del tutto mia.
ho ereditato tante cose che da qui non possono essere spostate
come un armadio di tantissimi anni
come la cassettiera dei miei
come dei quadri alle pareti
come dei libri, un'infinità.
come un poster di charlie chaplin.
ogni tanto aggiungo o tolgo delle cose
per sentirmi a casa.

ieri per caso ho ritrovato una cassetta,
sapete, di quelle che si usavano prima degli mp3 e prima dei lettori cd e dopo i vinili
quelle che si registravano dai cd originali perchè per ascoltarli in giro bisognava metterle nel mangiacassette
che fine ha fatto quella musica?
o meglio: la musica che ci ha segnato da piccoli, poi nell'adolescenza
quella di cui non potevamo fare a meno
quella che se ti capita di riascoltarla ora ti vengono ancora i brividi per le emozioni che provavi a sentirla entrare nelle orecchie
quella che ha segnato la storia della musica,
perchè è bello vedere che molti gruppi che si ascoltavano sono nelle enciclopedie del rock e pop.
oggi l'ascolto è cambiato
oggi ci affanniamo a riempire gli hard disk di mp3 senza nemmeno sapere se mai l'ascolteremo davvero, intendo nel senso vero della parola, non nel senso di sentire.
non voglio dire che oggi non si comprano più i cd e i vinili, per carità (io sono una di quelle persone che ancora lo fa)
ma perchè se si ascoltano gruppi nuovi si deve smettere di consumare quei cd già così segnati?
ci si riempe le orecchie di musica che tra un mese non ci dirà più niente
e quella che ancora, dopo anni di silenzio, appena sentiamo le prime note ci fa rabbrividire?
è bello ritrovare certi vecchi ascolti
amo quando succede

e ascoltavo i c.s.i.
e ascoltavo linea gotica e tabula rasa elettrificata
e vado a riascoltarmeli, ora

Wednesday, May 30, 2007

per un divano e una serie tv

perchè uno ci vuole provare.
perchè non fa troppo caldo.
perchè devo liberare la mente.
perchè voglio ascoltarmi un cd.
perchè nella vita prima o poi lo si fa.
ebbene sì, oggi sono andata a correre.
ebbene sì, oggi ho creduto di morire.
che lo sport non facesse per me questo lo so da anni.
ma il mio moto me lo faccio eccome.
ma la corsa proprio no.
la corsa ti uccide.
mentre cerco di farmi arrivare un po di ossigeno a cervello e cuore penso
perchè potrebbero essere gli ultimi istanti di vita
e proprio non pensare a nulla mi sembra brutto.
allora penso al mio divano
ai gelati che ancora non ho mangiato
a tutte le serie tv di cui non saprò la fine
a tutte le letture fatte comodamente in poltrona che non farò
penso al mio sport preferito,
perchè in effetti ne ho uno,
penso all'ozio.
è così bello e mi manca.

passa qualche ora
e penso che forse domani
dopo lo studio
potrei andare a correre.

in fondo siamo tutti un po masochisti
e dopo ogni corsa, se si sopravvive, c'è un divano e una serie tv.

Tuesday, May 29, 2007

voglio i palloncini colorati

sì, voglio i palloncini, quelli colorati che avevi da piccolo,
quelli che volano,
quelli che se non te li lega la mamma al polso volano via
e qualcuno con il nasu rivolto al cielo lo vede.
bellissimo.
poetico
ma cavoli, io volevo il mio palloncino.
da averlo al ritorno a casa,
da legarlo alla testata del letto.
ma ora i miei letti non hanno più la testata,
non ho più il mio bel letto azzurro da bimba
che si intonava alla carta da parati azzurra con le margherite.
me ne ricordo solo ora.
i mille traslochi e cambiamenti me l'avevano fatta dimenticare.
era così bella.
ora quella stanza non è più mia.
non è più mia da tanti anni.
ora ho altre stanze, altre pareti.
fa venire i brividi vedere dove ti può portare il desiderio di un palloncino.

comunque lo voglio.
anzi, ne voglio tantissimi.
al mio pic nic di compleanno sarebbe bellissimo.
voglio mandare a tutti i contatti di tutti i siti un messaggio d'invito.
e tutti dovranno portare un palloncino con se.
e chi non potrà esserci potrà mandare una foto
e stamperò le foto e le spargerò sul prato.
o magari nel bosco.
e mi vestirò di bianco
e avrò le mie alucce da fata
e avrò il mio diadema
e lo alternerò alla mia coroncina di fiori
e se piove o c'è il sole userò il mio ombrello bianco con i cuori
e farò le foto sweet/trash/retrò in mezzo ai palloncini
e ci sarà un super tea party alla "alice nel paese delle meraviglie"

però per far tutto questo devo avere i palloncini,
quelli colorati che avevi da piccolo,
quelli che volano,
quelli che se non te li lega la mamma al polso volano via

Monday, April 30, 2007

Sverige

direttamente dalla Svezia.
fuori il sole ce come tutti gli altri giorni, ma oggi e accompagnato da folate di vento gelido.
dopo un tentativo di uscita per amare ancora di piu la citta, si torna dentro, al caldo. ai libri, alla musica e ai giochi da tavolo in italiano e perche no, forse anche una partita a quel ping pong minuscolo.
qui ce te e caffe gratis ed e bello cosi.

scrivo senza accenti e apostrofi, che qui non vengono visti bene.
scrivo perche tenere per se tutta la bellezza di qesto posto non va bene.

avevo il sogno, il mito di stoccolma...ora ce solo la voglia di tornare al piu presto e per piu tempo.
questa sera e la notte di valpurga e qui si festeggia l inizio della primavera, anche se come giorno non hanno trovato il bel tempo sperato. si va nei parchi e si fa festa fino a tardi.
meraviglioso.
faro straripare le mie gallery di foto. ne ho fatte tantissime, ma sembano non bastare per raccogliere tutta l essenza della citta e delle cose viste.
i cieli, le nuvole, i tamonti, la gente, la notte, il sole che ti abbronza e scalda le ossa quanto basta.

domani ultimo giorno.
domani ultime compere.
domani ultimo pomeriggio passato in uno dei parchi che affollano la citta. si va al nostro parco, quello dietro l ostello, quello con il campo da calcio dove tutti possono giocare, quello con le gradinate di erba, quello dove il sole sembra ancora piu bello.

si pensa a quando tornare perche si vorrebbe fosse tra poco.
si pensa che questa e la citta della vita.
si pensa che e la citta piu bella.
si pensa che non sfinira mai.
si pensa che sara triste lascirla.
si pensa a stoccolma.
e questo basta.

Sunday, March 18, 2007

la mia primavera
















inizia così la mia primavera, il primo sole, le prime passeggiate...

foto: mie e di rob http://indielooser.deviantart.com/

Friday, January 05, 2007

Io, con babalot, spacco tutto!

Cavatappi o indierocker?
Omini di ferro sull'orlo di una crisi di nervi...



Una produzione "Giulia & Pauj" per la UnPomeriggioDiDelirio Production

Ps. NESSUN OMINO DI FERRO E' STATO MALTRATTATO DURANTE LA REALIZZAZIONE DI QUESTO VIDEO