Friday, December 28, 2007

Tenera è la notte

Immagine di Tenera è la notte


Fitzgerald è uno di quegli scrittori che o si amano dalla prima riga, oppure credo che non ci sia speranza.
La sua è una descrizione degli anni venti, i suoi anni, un po' come lui li ha vissuti, un po' come forse nessuno si è avvicinato a viverli.
Veniamo portati avanti negli anni '20 del secolo passato ormai, il '900.
Racconta piccoli attimi di piccoli giorni per tornare indietro a spiegarci perchè Dick Diver, il nostro protagonista, fa quelle cose e vive quei giorni.
Poi Fitzgerdal ci porta più avanti del presente, per altri momenti tanto piccolissimi quanto fondamentali per narrare la sua storia, per farci capire i suoi personaggi.

Devo dire che pur trovandolo molto bello non è Il Grande Gatsby; quel libro mi aveva appassionata in un modo che non è così facile per un libro. Certo, ho letto molti libri che mi son piaciuti, ma appassionarsi alla storia quello è difficile, essere tristi perchè il libro è finito, perchè non avremo più un minuto con quei personaggi che ormai ci sembravano così reali...è molto raro e quando succede certo siamo tristi, ma avremo sicuramente passato delle ore bellissime in loro compagnia.

Wednesday, December 26, 2007

The Holiday



A Natale in fondo ci vuole qualche film scontato, divertente, per tutti, come si usa scrivere sul retro dei dvd.
E in fondo ci sta anche un film così; ci sono belle case da invidiare, una colonna sonora ascoltabile e un finale che già sai andrà bene.
Allora dopo i pranzi, le cene e prima della tisana salva-vita, un film per tutta la famiglia si vede quasi volentieri.
Certo, il problema poi è che non vedi l'ora di rifarti con qualche pellicola che forse giusto la zia appassionata di un certo tipo di film vedrebbe.
E io che mi ero fatta tutta una fantastica lista di film da rivedere, che mi immaginavo tutto il giorno e la sera piazzata perennemente sul divano a vedere film uno dietro l'altro. Invece sono a quota uno e nemmeno facente parte della mia lista.
Che tristezza, che infinita tristezza. Poi fuori è grigio e il 26 dicembre è sempre il più triste dei giorni: il 24 è frenetico, gli ultimi pensieri, gli ultimi preparativi, tutto da cucinare, sistemare, ordinare; il 25 è il pranzo, più o meno gigante, chiacchiere di circostanza con i parente che eviti di vedere per tutto l'anno, l'apertura dei regali, un attimo di riposo e poi la cena e poi non ne puoi più. Ma il 26...sei troppo pieno dai pasti precedenti per mangiare, non c'è più nulla da scartare, fa troppo freddo per qualche passeggiata...allora forse è questa la giornata adatta per la serie infinita di film, allora è oggi che potrò spendere davanti al televisore come un bambino moderno, allora se è oggi quel fantastico giorno...devo scegliere che film vedere, devo recuperare la lista fatta giorni fa...devo sbrigarmi

Wednesday, December 19, 2007

La Dea dell'Amore




Ieri sera ho rivisto La Dea dell'Amore.
Io ho una vera passione per Woody Allen e son arrivata a questo film in ritardo. E' uscito nel '95 e l'ho visto per la prima volta solo qualche mese fa. non è facilissimo come uno potrebbe pensare recuperare tutte le pellicole di Woddy.
Ieri come dicevo l'ho rivisto e l'idea del coro greco è davvero fantastica.
Sì perchè a inizio, fine e in alcuni momenti ha inserito un coro tipo tragedia greca, che poi per le battute che fa, sembra più richiamare la commedia antica. C'è anche il corifeo che si inserisce a interagire con il personaggio ogni tanto.
Forse è piaciuto così tanto perchè si combinano assieme due grandi passioni: Woody Allen e teatro classico. Son convinta però che se qualcuno è appassionato del suddetto regista questa pellicola non dovrebbe mancare. Non lo metto tra i suoi più riusciti e se qualcuno si avvicina a lui non gli direi di inziare da quello, mom non lo lascerei nemmeno tanto verso il fondo della lista.

Monday, December 17, 2007

Paranoid Park




Paranoid Park è un posto dove tutto può iniziare e finire.
Paranoid Park è il luogo dove inizia e continua l'adolescenza
Paranoid Park è il punto in cui si perde l'infanzia di Alex.
Seguiamo avanti e indietro nel tempo la vicenda di Alex; Gus Van Sant ci porta nel mondo di un ragazzino che ha una vita come tanti, ma che, come spesso accade, in un momento, per un banale gesto involontario, si trova catapultato in una situazione estrema, in una situazione di menzogna, di paura e di angoscia.
Lui, come tutto il resto delle persone accanto, non si cura del mondo. Solo una ragazza prova a immettere qualche riflessione e domanda sul tavolo delle loro chiacchere, ma risultano essere solo un primo strato, solo un accenno mal posto ai problemi dell'America e anche dei giovani.
Alla fine del film non sappaimo cosa succederà ad Alex, ma questo non importa in fondo; nessuno sembra voler vedere cosa accadrà. E' solo la descrizione di un momento, di un errore di cui si ha paura,ma di cui si ha ancora più paura di parlare. Allora non si confessa, si prova ad aggirare il problema, a superare le ansie che ci attanagliano.
E il film finisce così, un po' come era iniziato, in mezzo alla storia di Alex.
Van Sant sembra voler introdurre lo spettatore a qualcosa di altro, fa vedere una piccola parte, fa intravedere che c'è ben altro dietro quel piccolo mondo da lui descritto, appena accennato. Allora inserisce riprese in super8, così, per dare un altro assaggio, ma ancora non basta per comprendere quell'universo appieno. Ma forse non c'è bisogno di capirlo, forse può bastare anche solo esserne a conoscenza, forse è una delle tante cose che dobbiamo apprendere e tenere in serbo per altri momenti, per future riflessioni, per prossime storie.

bianco elogio e riflessioni tematicamente affini

Fuori nevica di nuovo. Aveva iniziato questa mattina, poi continuava tra raffiche leggere di vento e momenti dove tutto sembrava sospeso. Poi aveva smesso e mi aveva reso un po' triste. Volevo solo fosse ora di andare a lezione per camminare ancora tra i fiocchi di neve.
Ora, però, ha ricominciato di nuovo.
Questa neve non si sta nemmeno fermano sui tetti e questo la fa assomigliare ancora di più al cotone.
Tornando verso casa ho camminato un po' sotto i portici e la neve si infalava anche li, perchè è meno disciplinata della pioggia e se ne va dove vuole lei. Si infila tra gli archi aperti, segue una via piccola e battuta da un forte vento freddo.
Tutto con la neve sembra calmarsi. Anche a una settimana dal Natale il traffico sembra far meno rumore. E' sempre divertente vedere il paradosso che si crea in questo periodo dell'anno: il Natale(dimenticato ormai da tempo il senso religioso) significa regali alle persone a cui si tiene e fare questi regali vuol dire pensare alla persona e capire cosa potrebbe piacergli ricevere. Personalmente, non avendo da anni la foga dei regali non devo correre per negozzi fino al 24 alle sei di sera. Se vedo qualcosa che mi fa pensare a una persona la prendo e fine, non ho nessun obbligo ad alitarmi sul collo.
Comunque dicevo, i regali dovrebbero essere una cosa bella, piacevole da fare, invece vedo solo più gente che si picchia nei negozi per avere l'ultimo pacchetto, gli automilisti in coda dalle 8 di sabato mattina fino alle 8 di domenica sera. Sono arrabbiati, nervosi e non ne possono già più il primo di dicembre.
Poi c'è la cena del 24, il poranzo del 25, la cena del 25, il pranzo del 26 e si arriva davvero stressati.
Come dire...da vaghi ricordi infantili, questo non dovrebbe essere il periodo più bello da passare con famigliari e amici?