Thursday, February 11, 2010

Hljòmalind



Piccola premessa:
ieri vado alla fnac per prendere un libro che avevo ordinato, scendo le scale e nel televisore super mega figo davanti a me cosa proiettano? Heimat dei Sigur Ros. Ok...ce l'avete con me, volete dirmi qualcosa, lo so. Forse che le cose sembravano troppo semplici e non lo sono.
Oggi a Torino il risveglio è stato immerso in una mezza bufera di neve e allora, tornata a casa, dopo aver studiato è arrivato il momento di raccontare una storia. Quale cd migliore per farlo (e per ricordare il breve avvertimento di ieri) se non con i sigur ros?

La vera storia.
Una persona ha deciso di chiudere tutti i suoi rapporti con me. Scelta giusta e che rispetto. Il piccolo problema è che io vorrei dire delle cose, forse inutili, forse che già si sanno, ma forse no. Però non posso: mi è stato chiesto silenzio e io lo manterrò. Ma se c'è una cosa che proprio non sono capace di fare è di non far uscire i miei pensieri, almeno in un modo: questo qui; scrivendo, raccontando, esternando.
Chiusi tutti i canali non credo che le mie parole verranno lette dalla persona in questione, anche perchè i pensieri che ho ci tengo a dirli a voce, davanti a chi devono arrivare quelle parole. Ovvio che così non sarà e mi adeguerò, però voglio dircelo "in giro" che ho dei pensieri, delle considerazioni, che non sono un mostro senza cuore.
Pensavo di riuscrire a dire di più, a raccontare meglio, invece son qui mezza bloccata tra parole che non riescono a dire il giusto e silenzi.
Allora quel silenzio imposto fuori si impone anche qui? Io mi fermo sulle note dei sigur ros, perchè potrei usare altri musicisti, canzoni, citazioni, ma non voglio, non riesco, tutto sembra sminuito con delle sillabe inadeguate. Tutto sarebbe niente perchè non sarebbero i miei pensieri.

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